Due parole su di me

Sono laureata in psicologia ma mi ostino a fare la maestra perché accompagnare i bambini nella loro crescita è il mestiere più importante del mondo. Nella mia vita ne ho incontrati centinaia, e ognuno di essi mi ha lasciato qualcosa.

A un certo punto ho pensato di mettere questo grande patrimonio dentro le storie. Scrivere infatti è la mia passione. E così sono nati i racconti del mio libro, e tanti altri ancora.

Poiché so quanto sia importante studiare e confrontarsi nel mio lavoro, da qualche anno ho cominciato anche a tenere corsi di formazione in ambito psicopedagogico: disagio, autostima, motivazione, valutazione, contrasto al bullismo sono alcune delle tematiche che sviluppo nei miei corsi.

Vivo in una casa sulle pendici dell’Etna, a metà strada tra il cratere e il mare, con una grande famiglia fatta di figli e nipoti (quando ci sono) e poi  gatti, cani, un marito inglese e una sorella-amica.

Cosa so fare e cosa non so fare

Nella vita ho fatto tante cose, alcune per lungo tempo, altre le ho solo “assaggiate”. Le scrivo un po’ in libertà, così come mi vengono in mente.
La cosa che ho fatto più a lungo è stata la maestra: questa penso di farla bene, perché mi diverto molto (anche se mi stanco moltissimo!), e anche le mie alunne e i miei alunni sembrano divertirsi; e, per giunta, sembra anche che imparino. Quello che non so fare molto bene è tenerli seduti in silenzio per tanto tempo, forse perché neanche a me piace molto.
Poi mi sono divertita, per un certo tempo, col teatro: ho fatto corsi per imparare – perfino uno di clown – e poi ci ho giocato con i bambini e le bambine a scuola dove, per alcuni anni, invece di fare la maestra “tradizionale”, ho insegnato loro animazione teatrale. Abbiamo preparato tanti spettacoli e vinto premi.
Ho anche studiato un po’ di musica – livello basic, per intenderci – e, per diversi anni, sono stata immersa nel mondo della musica popolare che ho amato moltissimo, insieme a colui che me l’ha fatta conoscere; in quel periodo ho imparato a suonicchiare il flauto dolce (e non per caso); ma la cosa che mi piaceva di più era cantare nel coro polifonico: per fortuna da qualche tempo ho ripreso con grande gioia.
Mi piace disegnare e dipingere, lavorare la cartapesta, modellare e decorare. Nella prossima vita sarò sicuramente una pittrice o una scultrice.
Leggere e scrivere sono però la mia passione: sono una lettrice onnivora e sul mio comodino c’è sempre una pila di libri in equilibrio precario. Poiché condivido questa passione con gli altri membri della famiglia, ormai i libri stanno invadendo ogni angolo della casa. Forse tra qualche tempo non ci sarà abbastanza spazio per noi.
Ho imparato a volare col parapendio, ho tentato di prendere il brevetto sommozzatori e ho praticato diversi sport: il più divertente è stato il “bastone francese” dove ci prendevamo letteralmente a bastonate in una specie di danza. Amo viaggiare, dovunque, in qualunque momento, il più possibile.
Una cosa che non so fare per nulla bene invece è tenere in ordine: il mio studio è pieno di appunti, di libri letti a metà, di oggetti utilissimi che non si trovano mai quando servono, … In cucina sono negata, e così nei cosiddetti “lavori femminili”: cucito, maglia, ricamo, … Avete presente la casalinga ideale? Ecco, io sono l’esatto contrario.
Però ho studiato tanto per capire come si fa a insegnare senza annoiare, per trovare modi per aiutare a imparare anche chi sembra non ce la possa fare, ma soprattutto per stimolare bambine e bambini ad avere fiducia in se stessi. Questo spero proprio di avere imparato a farlo bene. E, poiché trovo che sia veramente importantissimo, provo a condividerlo con altri e altre insegnanti durante i corsi di formazione.
Ho sempre fatto tanto volontariato con diverse associazioni. Le collaborazioni più significative e lunghe sono state quelle con la Fondazione Angelo D’Arrigo e con l’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule), di cui sono stata Vicepresidente Nazionale e responsabile della comunicazione, fornendo anche consulenza per i materiali e i corsi di formazione.
Da qualche tempo sono diventata tutrice di minori migranti non accompagnati: mi chiedevo come dare il mio contributo a questa immane tragedia della migrazione, questa è stata la mia opportunità.
Ho collaborato con l’Associazione Egeria, di cui sono stata anche Presidente, che si occupa di cerimonie laiche. Penso infatti che sia importante assicurare, anche a chi non si riconosce in una religione specifica, la possibilità di marcare i momenti importanti della vita. Il mio ruolo prevalente era quello di redigere i testi delle cerimonie.
Ma ciò che considero il capolavoro della mia vita – forse nonostante me – sono i miei figli. Pur diversissimi, hanno però alcuni tratti comuni, per me fondamentali: l’apertura mentale, l’indipendenza, una forza interiore che ammiro e che mi emoziona sempre. Amare i propri figli è naturale, ma quando un genitore può dirsi orgoglioso di loro, allora sente di aver compiuto la sua missione.
Nonostante nella mia vita i dolori non siano mancati, tuttavia mi sento fortunata: ho avuto genitori splendidi, sono stata amata come compagna e come amica, ho una famiglia grande – che comprende sorella e nipoti – che adoro, il compagno della mia vita è l’uomo che stimo, che mi offre continui stimoli intellettuali, che mi coccola e che amo. Purtroppo so di essere una frana nei rapporti con gli altri: non riesco a trovare il tempo per le tantissime persone care, gli amici e le amiche con cui sto bene e che mi danno tanto, e questo mi fa sentire sempre in colpa.
Ma ciò che mi riesce peggio di ogni cosa è mandare a memoria: sono superdistratta, dimentico nomi, facce, compleanni, cose fatte, libri letti, film visti,… Non vi arrabbiate se, incontrandovi, non vi dovessi riconoscere: probabilmente dopo un po’ di tempo non riconoscerei neppure me, se non mi vedessi così spesso allo specchio!